La mia
riflessione trova lo spunto da alcune notizie che ieri tutti le testate
italiane hanno trasmesso.
La prima
si riferisce alla clamorosa scoperta della GDF che ha individuato un’evasione su
beni immobili per un valore di oltre 2 miliardi di euro di una facoltosa
signora romana, discendente di una famiglia di costruttori, gli Armellini.
Questa brava persona, ex compagna del politico Tabacci ( e mi chiedo se non
sapeva nulla di tutto questo, il moralizzatore Tabacci) proprietaria, di 1240
immobili e di 3 hotel di lusso a Roma, quindi proprietaria di 1243 immobili,
per un valore di 2 miliardi di euro, già accusata negli anni ’90 di frode
fiscale e falso in bilancio per un valore di 500 miliardi di lire e per
bancarotta fraudolenta per altri 200 miliardi è stata accusata dalla GDF di
evasione.
Questa
nobildonna, (ripeto ex compagna di vita del moralizzatore Tabacci), non ha mai
pagato né le tasse comunali né le tasse sui redditi perché attraverso una pianificazione fiscale
aveva trasferito in paesi a fiscalità privilegiata, (i c.d. paradisi fiscali),
quali Lussemburgo, Principato di Monaco, Svizzera, Jersey e Nuova Zelanda, la
residenza legale di Holding del gruppo e ha disseminato il flusso dei redditi
in questi Paradisi Fiscali, sottraendo allo Stato, un enorme flusso di base
imponibile e, quindi, di gettito fiscale.
E`evidente
che il problema dell’evasione, della grande evasione, e non quella generata
dalla necessita di sopravvivenza, è il problema principe che lo Stato deve
risolvere, per non continuare a soffocare i cittadini.
Forse non tutti sanno che l’evasione fiscale di contribuenti italiani
stimata (solo con la Svizzera) si misura tra un minimo di 120 ed un massimo di
200 miliardi di euro. Tale diversità si origina dalle diverse fonti di calcolo.
In ogni caso l’Italia ha avviato, con gravissimo ritardo, un accordo fiscale
con la Svizzera per il recupero di parte di tali depositi illegali, facendo
venir meno parte del segreto bancario svizzero. Contrariamente a quanto accade
per l’Italia, il Regno Unito, l’Austria e la Germania hanno già chiuso
l’accordo. Nel caso della Germania vi è, infatti, un accordo fiscale che
prevede una tassazione sui depositi che si aggira tra il 21% ed il 41%. L’auspicio
più grande è che in tale fattispecie gli accordi che dovranno essere portati a
termine contemplino una tassazione pari a quella prevista con la Germania. Se
così fosse l’Italia potrebbe ricavare un gettito che va dai 40 ai 50 miliardi
di euro, cioè l’importo di quasi due finanziarie. Si vuole sperare fortemente,
in primo luogo, che la tassazione sia effettivamente, anche per l’Italia,
quella concordata con la Germania e non una tassazione minimale, assolutamente
ridicola, come quella che fu adottata nel caso del rimpatrio dei capitali
scudati (7%) . In secondo luogo che tale accordo si concretizzi nel breve
periodo. In questi ultimi tempi il Governo ha riavviato le relazioni con la
Svizzera, ma mi chiedo, perché non spingono sempre per risolvere questo
problema? Perché si deve aspettare così tanto tempo per far rientrare il
gettito in Italia? Perché gli altri stati riescono e noi ancora no? Perché gli
accordi si devono limitare alle persone fisiche e le società e non anche i
Trust, dietro i quali ci sono miliardi di euro “Italiani” che sono sottratti
alla casse dello Stato? I trust, tanto per fare un esempio, è lo strumento
fiscale che è stato utilizzato dagli Armellini per portare all’estero i
capitali.
Purtroppo, la soluzione passa esclusivamente attraverso i rapporti tra
Stati. La lotta all’evasione, generata con i Paesi a fiscalità privilegiata,
non potrà che passare obbligatoriamente attraverso un aumento dello scambio
delle informazioni e ridurre la possibilità di arbitraggio fiscale e differimento
della tassazione. Azioni queste che si stanno, peraltro, studiando da tempo, in
ambito OCSE.
Solo attraverso queste misure si può sperare di riportare ossigeno alle
casse statali. Solo eliminando alcune norme di fiscalità internazionale, alcuni
accordi europei, eliminando quindi, la tentazione dell’elusione/evasione
fiscale, si può risolvere la cosa. Ma mi chiedo, se l’Italia, lo voglia
effettivamente. Sono problemi noti da decenni, ma non si è volutamente fatto
nulla. L’Italia è sempre stata ferma.
Considerato che Monti ha abbonato al sistema bancario 4 miliardi di Euro,
Letta, ha permesso che da 98 miliardi evasi, ha fatto pagare solo circa 350
milioni alle società di scommesse, quali quelle delle slot machine e che
l’evasione italiana all’estero si perpetua da decenni, mi chiedo se
veramente ci sia l’interesse, da parte dello Stato e dell’attuale Governo
Letta, a risolvere il problema o se, invece, si deve assistere alla continua
protezione degli interessi dei poteri forti (quegli stessi poteri che
finanziano le campagne politiche di questi personaggi infausti) a scapito di
tutti gli onesti cittadini italiani.
Ma il dilemma si risolve solo in un modo e cioè dando il consenso a chi
vuole una Italia migliore che agisce esclusivamente nell’interesse dello Stato
o dei suoi cittadini e questa non può che essere Alleanza Tricolore; il
movimento composto da persone comuni e non da politici di professione.
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