sabato 21 dicembre 2013

Accordo raggiunto per l’Unione Bancaria …. ma potrebbe essere una sola!


Quindi tra mercoledí e giovedi scorsi si è giunti (sembrerebbe) ad un accordo sull’Unione bancaria tra i 28 paesi aderenti alla UE (e quindi dei 17 appartenenti all’euro zona).

L’accordo tra gli Stati aderenti prevede la costituzione di un fondo  per la gestione comune delle crisi bancarie, alimentato con contributi effettuati dalla singole banche.

Secondo Saccomanni e Letta le imprese e le famiglie potranno solo trarne benefici. Io, peró, qualche dubbio ce l’ho!.

Quindi, da quanto sembrerebbe emergere, la costituzione del fondo avrebbe dei vantaggi che possono essere riassunti di seguito:

1.       sarà unico il sistema per far chiudere una banca europea in difficoltà o per salvarla. In tal senso non ci sarà più la frammentazione del mercato bancario e a condizioni non omogenee che possono attualmente penalizzare i singoli Stati. Ciò significa che una impresa italiana potrebbe iniziare a pagare il denaro quanto una società tedesca, ovvero olandese, contariamente a quanto, attualmente, sta accadendo.

2.       Ulteriore beneficio, dicono i ben pensanti, consisterebbe in una salvaguardia per i contribuenti. In futuro non pagherebbero più il conto delle esagerate movimentazioni della finanza o di crack bancari i singoli contribuenti, ma le banche stesse.

3.       Altro aspetto positivo è dato dal fatto che anche nel periodo transitorio (periodo di 10 anni) andrebbe ad attivarsi il fondo di risoluzione dei rischi.

Secondo Saccomanni, quindi, il costo finale di una determinata liquidazione/fallimento bancario non lo dovranno più assorbire i singoli correntisti. Dice, infatti, che è previsto che le banche, con i loro contributi, rimborseranno i soldi presi da tale fondo di risoluzione per affrontare la crisi.

Se fosse così, ci sarebbe da rasserenarsi; ma conoscendo cosa è stato nascosto ai cittadini e come si muovono dietro le banche e la politica, tanto sereno non sono e vi spiego perché.

Si legge, infatti, che l’accordo si basa su un regolamento e su un trattato intergovernativo, voluto da diversi Paesi ed in particolar modo dalla Germania, proprio per attribuire  all’accordo una base legale. Questo perché, come noto, non vi è ancora un’unione politica in Europa. E di ciò Martin Schulz, presidente dell’assemblea parlamentare, è a dir poco indispettito ritenendo tale accordo inacettabile perché in tal senso il Parlamento perderebbe le sue prerogative privilegiando, dei semplici accordi tra Stati. Il Parlamento, in ogni caso, dovrà, approvare tale manovra prima della fine della legislatura.

Ora non tutti sanno che le banche tedesche, hanno all’interno dei propri bilanci centinaia e centinaia miliardi di crediti rappresentati dai titoli di Stato greci che rappresentano forti elementi di debolezza e che derivano dai loro comportamenti spericolati e dai loro investimenti sbagliatii. Si tratta di perdite certe, ovviamente che pregiudicherebbero non solo le banche medesime ma anche le finanze tedesche.

Ora, vi chiedo secondo voi, come mai la Germania ha consentito che si giungesse a questo accordo sull’Unione bancaria ed ha preteso, inoltre, che concretizzasse, sulla base di un accordo intergovernativo, per dare, appunto, valore legale, all’obiettivo raggiunto? Ovviamente per far si che le proprie banche non subiscano riflessi negativi dagli investimenti sbagliati che hanno fatto e per salvare, indirettamente, le casse della Germania.

Altro punto che si collega al punto precedente è il seguente.  Si dice che il fondo sarà alimentato da denaro privato, con l’obiettivo di impedire che gli Stati debbano intervenire con le proprie finanze (e quindi con denaro pubblico) per salvare le banche in difficoltà.

Ora mi chiedo, cosa si deve intendere con “denaro privato”. Si tratta di denaro costituito da prelievi ai singoli correntisti (come si diceva già in passato) o si tratta di soldi delle singole banche? Ma se cosí fosse, cioè contributi versati dalle singole banche europee, e quindi anche italiane, non si tratterebbe sempre di soldi dei singoli correntisti? E se cosi non fosse, non pensate che le banche italiane, come è accaduto in passato, non si rivarrebbero sui singoli correntisti italiani?

Una prova per verificare l’attendibilità è quella di far aderire il Monte paschi di Siena, all’iniziativa. I 3, 9 miliardi di euro fatti pagare agli italiani tramite Imu sono serviti a non far fallire Mps. Ciò significherebbe, peraltro, liberare tali ingenti somme per ridurre, magari il cuneo fiscale o per utilizzarli in altre forme utili al Paese. Magari per essere utilizzati dal sistema sanitario. O per pagare gli esodati. Quindi, perché non approfittarne subito? O dobbiamo fare come nel caso del fondo salva stati, dove l’Italia partecipa sempre ma non utilizza mai i fondi che ci immette dentro?

Scusatemi, ma ci vedo del marcio dietro questo presunto accordo risolutivo per il sistema produttivo italiano e per le famiglie. !

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